Anche il pin’occhio vuole la sua parte – Capitolo 12 di 37
Due indiani, amici di Mangiafuoco, ebbero la bella idea di servirsi di due lance: le misero parallele in posizione orizzontale. Dopo di che ci posizionarono sopra la frutta ricavandone il peso.
Ecco che da questo esperimento prese origine la…Bi-lancia.
Il signor Mangiafuoco aveva avuto un passato molto povero. Pensate che quando giocava a pallone con gli amici, era così affamato che si mangiava i GOL.
Egli raramente si metteva ai fornelli, solo per mangiarsi la fiamma. Quando era piccino sua mamma Scintilla lo chiamava “cerino”; una volta passando tra i rovi di una campagna si graffiò la fronte e prese fuoco.
Tutta la campagna prese a bruciare, altro che “campagna contro il fumo”, allora Cerino cominciò a divorare gran parte delle fiamme. Il poverino non si accorse dell’arrivo della guardia di finanza, fu così che divorò anche le “fiamme gialle”.
Il burattinaio Mangiafuoco aveva una sorella, la piccola fiammiferaia.
Non viveva solo, aveva una moglie che in gioventù era stata una sua “vecchia fiamma”. La moglie di Mangiafuoco si chiamava Fiammella. Da questo felice e rovente matrimonio erano venuti alla luce degli splendidi pargoletti: Fochetto, Fochettino, Focherello, Focherellino, Focolino, il primogenito Focone e la solita pecora nera: Acqua…
Nel paese dove viveva la famiglia Mangiafuoco non si poteva fare festa. Quando giungeva il carnevale, mancavano sempre i fuochi artificiali, i figlioletti di Mangiafuoco se li mangiavano di nascosto.
Quando il burattinaio sedeva a tavola voleva sempre la polvere da sparo anziché la noce moscata e al posto della lingua in salsa, le linguine di fuoco.
Oltre alla bella famigliola, Mangiafuoco teneva un polipo come animale da compagnia. Gli era stato regalato da un gruppo di militari, perciò era un animale da “compagnia”. Questo polipo era così ben addestrato che metteva i soldi da parte per comprarsi i guanti e non vi dico quanti soldi…
Bene, dopo questa breve descrizione dell’omone Mangiafuoco, facciamo ritorno al piccolo teatrino delle marionette.
All’apparizione inaspettata del burattinaio, nessuno fiatò più. Alla vista di Pinocchio il burattinaio si imbizzarrì facendo fuoco e fiamme:
MANGIAFUOCO: Perché sei venuto a mettere lo scompiglio nel mio teatro?
PINOCCHIO: Mi scusi, ma veramente io non ho messo nessuno scompiglio, sono entrato a mani vuote.
MANGIAFUOCO: Ora basta! Sei anche spiritoso, ti renderò schiavo e ti farò annaffiare ogni giorno le mie piante acquatiche.
PINOCCHIO: Per favore, commendatore, abbia pietà! Viviamo in un’epoca in crisi. Pensi che allo zoo i tassi hanno figliato solo femmine. Questo vuol dire che sono di nuovo aumentate le…tasse.
MANGIAFUOCO: Non me ne importa un fico! Pensa piuttosto che da qui non te ne andrai più. E adesso corri a cercare il mio formaggio che distrattamente ho perso nel fienile! Forza!
PINOCCHIO: Uffah! Ma è come trovare un’asiago nel pagliaio. Non ci vado, ecco!
MANGIAFUOCO: Grrrr! Schifoso pezzo di legno ammuffito! Te le insegno io le buone maniere! Arlecchino, Pulcinella! Portatemi subito quel burattino…
PINOCCHIO: Oh! Quanta fretta! Lei mi ricorda tanto gli operai che costruirono la curva del Toro allo stadio. Quando ebbero finito erano stanchi a forza di correre, in fondo fecero la “maratona”. E poi deve sapere onorevole Mangiafuoco, che se mi vuole mangiare, mi deve scuotere prima che arrivino gli Americani!
MANGIAFUOCO: Che cosa sarebbe questa storia! Cosa c’entrano gli Americani adesso?
PINOCCHIO: Se avrà la cortesia di guardare nel bavero della mia camicia, ci troverà una piccola etichetta con scritto: “Agitare prima dell’USA”.
MANGIAFUOCO: Ora basta! Non mi servi da cena! Devo bruciarti per cuocermi la minestra. Purtroppo a mia moglie è arrivato il ciclo e a mia figlia il triciclo, così non mi possono aiutare. Sbrigatevi voi, marionette, catturate questa peste che stasera ho degli ospiti a cena. Vengono a trovarmi due scheletri, una volta eravamo amici “per la pelle” e non voglio fare brutta figura.
PINOCCHIO: E allora? Cosa aspettate a prendermi…allora? Beh allora?
Fu così che Arlecchino e Pulcinella si addormentarono di botto. Mangiafuoco si infuriò ed esclamò loro con voce tenebrosa: -Piantatela di dormire sugli “allora”! Svegliatevi e fate come vi ho detto!-
Poco dopo, i due burattini tornarono in cucina, portando sulle braccia il povero Pinocchio.
PINOCCHIO: Oh povero me, se solo di qui fosse passato il mio babbo!
MANGIAFUOCO: Mi dispiace per te, ma di qui “passano” solo i pomodori e la verdura…Ah, ah ah!
Mentre il brutto burattinaio si scompisciava dalle risate, a Pinocchio venne in mente un’idea. Pensò fra se e se che forse usando un po’ d’intelligenza se ne sarebbe potuto andare via.
PINOCCHIO: Deve sapere, caro Mangiafuoco, che io godo di ottima creatività. Vedo nel suo pentolone un’ottima zuppa di verdura passata; se lei fosse così gentile e cabrini da volermi prestare attenzione, a patto che poi mi sia restituita, le farò un’invenzione e servendomi di codesto minestrone le dirò che ore sono…
MANGIAFUOCO: Non è possibile! Mi stai mentendo, ma voglio lasciarti provare. Se scoprirò che ti prendi gioco di me, ti getterò a nuotare nell’olio bollente di oliva e nell’olio di girasole…Mi divertirò a guardarti mentre fai le oli-mpiadi.
Preso da gran spavento, il nostro burattino si fece ritagliare da un vecchio giornale un numero dieci di carta. Lo gettò nel minestrone e lo osservò fino a quando si dissolse nel brodo.
PINOCCHIO: Evviva! Ce l’ho fatta! Urrah! Come può vedere, signor burattinaio, l’ora esatta è proprio questa: Le…dieci “passate”.
Non potete immaginare quello che accadde dopo. Mangiafuoco s’intenerì. Cominciò a starnutire e a scorreggiare come un vecchio raffreddato; nonostante l’aspetto burbero e tenebroso, questo uomo era sensibile e pacioccone.
Ah, dimenticavo, nonostante “l’aspetto”… non è ancora arrivato…