Anche il pin’occhio vuole la sua parte – Capitolo 14 di 37
Il sindaco del paese fu in carica per cinque anni.
Alla fine del quinquennio furono sostituite le batterie.
Fu così che Pinocchio lasciò il teatro dei burattini.
Era così carico di bei doni che un serpente, intento a fare le flessioni in un giardino esclamò: -Beato te Pinocchio, io quando vado a trovare i miei parenti torno sempre a casa a “mani vuote”; tutto perché, siccome faccio pesi in una palestra, dicono che sono un tipo troppo manesco.-
Il nostro burattino, oltre a i bei regali aveva ricevuto da Mangiafuoco cinque monete d’oro. Le doveva portare al suo babbo Geppetto, ma sfortuna volle che mentre era in viaggio per casa sua, non aveva fatto ancora mezzo chilometro, che da lontano un gatto cieco ed una volpe zoppa lo attendevano estasiati…
Fra le varie razze di gatti vi era anche il gatto delle nevi.
Famoso perché in uno scontro frontale con una slitta, fu salvato a stento da una vite rimasta attaccata; e sì perché il gatto delle nevi ha sette viti, mentre la slitta purtroppo ne aveva una sola. Se vi dovesse capitare di finire sotto un gatto delle nevi, non preoccupatevi; ve la caverete solo con qualche graffio. Ma il gatto più famoso è il gatto domestico, cugino primo del gatto della “Cornovaglia” e quasi privo di coda. Beato chi gli sta dietro, non trova mai nessuno alle casse e alle poste.
Il gatto vive prevalentemente nelle mascelle dei padroni, infatti è appunto un gatto di apparta-mento. Famoso è il lago felino, ormai da parecchio tempo prosciugatto. Essendo un animale fondamentalmente “ solitario”, viene usato anche come mazzo di carte.
Ma il nostro amico gatto era un animale molto sfortunato. Intanto era cieco da tutti e due gli occhi, per questo era sempre affamato, non ci vedeva dalla fame.
Esso divenne cieco a forza di dare occhiate ai suoi nipotini, quando la mamma non era in casa. Inoltre era stato cacciato di casa dalla sua padroncina, di chiare origini cinesi. Ella si lamentava del fatto che il gatto con le unghia rovinava mobili e poltrone. Fu così che la signora si comprò “Cif ammoniacal” per sostituire il micio, perché…Lui… non graffia.
La volpe, invece, siccome aveva le orecchie alte ed appuntite, teneva sempre in tasca un temperino.
Il suo manto era giallastro come la birra di puro “manto”. Durante l’anno cambia il pelo e d’estate la si può tranquillamente vedere in canottiera.
La volpe si nutre di rettili che trova facilmente sul rettilineo di casa sua. Non disdegna i pesci, ma molte volte la tessera di pesca è scaduta. Si nutre inoltre di carogne e spesso sotterra i resti delle prede; i parenti delle vittime la ringraziano vivamente per il funerale, ma in realtà non sanno che le carogne sono riserve alimentari per l’inverno. La femmina della volpe va in calore a gennaio, anche perché così si riscalda. Ad agosto evita di andare in calore e preferisce andare al mare.
Si dice che le volpi, essendo mammiferi, non depongano le uova; ma recentemente ne è stata avvistata una che “deponeva” le uova nel frigo. I cuccioli una volta svezzati abbandonano il luogo natale per trasferirsi sull’isola di Pasqua.
La nostra cara volpe era zoppa da un piede. Questo fu causato dal fatto che per punizione dovette saltare la cena, nel salto si procurò una brutta distorsione, le dettero dei punti e vinse un premio. Dopo la caduta potette solo mangiare prosciutto, poiché la “spalla” le faceva male.
VOLPE: Guarda sta arrivando Pinocchio ed ha qualcosa nelle mani.
GATTO: Si vede che se la passa proprio bene; dobbiamo studiare un piano per impossessarci di quei valori.
VOLPE: Peccato, io in gioventù ho studiato solo la tromba.
GATTO: Vediamo di farlo incappare in qualche tranello.
VOLPE: Sì, come quella volta che abbiamo rubato la schiuma da “Birba” a Gargamella. O quella volta che giocammo al tiro alla fune, la fune morì e gli fecero il fune-rale.
GATTO: Ma tu guarda se mi devi ricordare questi aneddoti di poco conto. Ricordati, cara volpe, come dicono le antilopi africane: sbagliando si “impala”.
VOLPE: Parli proprio tu che ti fumavi le cartine nell’ora di geografia.
GATTO: Ma come! Io che nei pericoli ti ho sempre guardata le spalle?
VOLPE: Infatti, talmente me le guardavi bene che non ti sei mai accorto che sono gobba.
Nel frattempo giunse Pinocchio che da come andava doveva tenere una certa fretta.
GATTO: Buongiorno Pinocchio, non vedo il motivo di così tanta fretta.
PINOCCHIO: Com’è che sai il mio nome?
GATTO: Vedi, io so sempre tutto di tutti.
VOLPE: Conosciamo anche il tuo babbo. La tua mamma, invece, siccome lottò per la parità delle donne sta ancora giocando i tempi supplementari.
PINOCCHIO: Mi dispiace, ho una certa fretta, devo correre al pollaio di un mio amico; ha scoperto che le uova sono impazzite e parlano da “sode”.
GATTO: Guardiamo in faccia la realtà, non ce la racconti mica tanto giusta!
E adesso scusami ma devo andare a fare un “felino” di pipì.
VOLPE: Ascolta, Pinocchio, siediti su questa seggiola costruita con le mie mani e parlami un po’ di te.
PINOCCHIO: A me non piace il the e poi chi mi assicura che questa sedia mi regga?
GATTO: Vedi di non contraddirla! Non lo sai che “Zoppa” li fa e nessuno li distrugge? E poi ricordati che la volpe, nonostante sia zoppa è più in gamba di te.
VOLPE: Forza dicci come ti sei procurato quelle monete d’oro. Non tenerci sulle spine, anche perché non sai che dolore si prova. Se ce lo dirai ti regaleremo un kilo di penne al sugo ed un bel libro: ti piacciono i libri gialli?
PINOCCHIO: No, li preferisco scritti con l’inchiostro e le penne sono di scarto, non vedete che sono “rigate”? Tuttavia le monete le ho avute da Mangiafuoco. Ho chiesto al polipo di darmi un cinque, siccome aveva imparato da poco a contare sulle dita, non la finiva più, così me ne sono andato.
GATTO: Vuoi raddoppiare le tue monete d’oro?
PINOCCHIO: Ma non sarete mica quelli di “passaparola”?
VOLPE: Ingenuo d’un burattino che non sei altro! Voi umani, ehm si fa per dire, siete la causa dell’estinzione di noi volpi. Tutto perché avete introdotto “l’estintore” negli zoo.