Edvard Munch e James Ensor
Il fenomeno delle avanguardie ha una sua costanza; infatti di solito le avanguardie proprio perché hanno un atteggiamento che segna un distacco rispetto all'atteggiamento principale di una determinata epoca; nel momento in cui viene accettato e riconosciuto, e metabolizzato da una struttura sociale, da un clima culturale, da un mondo espressivo, cessa di essere avanguardia.
I movimenti di avanguardia hanno tutti una vita abbastanza breve, però condizionano enormemente, ognuna con le sue prerogative, la cultura del '900; e i diversi movimenti di avanguardia nel momento in cui vengono accettati, non pongono fine alle modalità espressive che le sono proprie. Semplicemente finisce il suo essere un movimento di avanguardia, e questo vale per tutte le altre grandi correnti artistiche, anche se probabilmente alcune di essere bruceranno la loro creatività nel giro di pochi anni, altre invece avranno una costanza di atteggiamenti e la possibilità di raggiungere risultati elevati in un lasso di tempo molto più ampio. Quando vengono metabolizzati, a volte si intrecciano con gli altri movimenti di avanguardia, e questi contributi che vengono da esperienze diverse, da atteggiamenti differenti, vanno a confluire in un atteggiamento che è segnato sempre e comunque da una volontà di sperimentazione e innovazione. Ciò è dovuto a diversi fattori, come i profondi cambiamenti storici e sociali, la complessità del pensiero filosofico che si rivolge soprattutto all'introspezione dell'essere, e senza dubbio tutte le nuove forme espressive legate alla cultura dell'immagine.
Le diversità negli esiti e nei contenuti tra i vari movimenti sono ovviamente un dato di fatto; ma le differenze sono anche nella complessità e particolarità di tali movimenti. Alcuni hanno un carattere quasi monodisciplinare. Molti hanno la caratteristica, invece, di essere multidisciplinari, come ad esempio il futurismo che mette l'Italia al pari degli altri movimenti culturali europei. Infatti sarebbe un errore pensare ai futuristi solo come pittori, ma si occupa anche della scultura, del teatro. Invece il cubismo, ad esempio, sarà interessato soprattutto alla pittura e alla scultura.
Senza dubbio, c'è anche un altro scarto tra i vari movimenti espressionisti: alcuni sono legati ad aree geografiche ben precise, come ad esempio la secessione viennese, è legata ad un determinato contesto geografico. Altri, invece, hanno una forte connotazione internazionale, in modo particolare l'espressionismo, che si può individuarlo in Francia, ma si può anche parlare di espressionismo tedesco, del nord Europa etc.
È, l'espressionismo, uno dei movimenti più completi ed importanti del '900, che spazia tra la pittura, teatro, musica, e molto altro. Anche la stessa musica ha una vera e propria rivoluzione, con le scale armoniche che non vengono sempre rispettate, anche il rumore può entrare nell'espressività musicale, con una musica basata sulle dissonanze.
Espressionismo significa esprimere la relazione tra l'individuo e il mondo. C'è sempre un processo creativo che tende a relazionare la sfera emotiva individuale, con quella delle altre persone. Usa un percorso opposto, parte da ciò che uno sente, e si cerca il contatto esterno. Si parte da dentro di sé, e si esprime, verso l'esterno, ciò che è dentro di se.
L'impressionista va dall'esterno verso l'interno, osserva ed imprime attraverso la sua sensibilità ciò che coglie della realtà; invece, l'espressionista va dall'interno verso l'esterno, è quello di chi ha un ansia di esprimersi, ha un ansia di caratterizzare se stesso nelle relazioni esterne con il mondo.
Nasce soprattutto in Francia e si sviluppa in Germania. Quello tedesco, in particolare, è influenzato da altri fattori. Si possono individuare dei precursori dell'espressionismo, ed in particolare due elementi: i pittori nordici, e la secessione viennese.
I pittori nordici porteranno due fattori fondamentali nell'espressionismo, uno è la deformazione sistematica dell'immagine, secondo fini espressivi. Il secondo fattore è l'elemento ironico, tagliente, della critica sociale, della critica dei costumi dominanti, nei confronti del potere costituito, dell'impegno politico.
La secessione viennese, invece, porrà l'accento su altre questioni, che attraversano non solo l'espressionismo ma anche molte altre avanguardie artistiche. Questo è l'elemento simbolico. Molte avanguardie proprio per rafforzare la capacità di comunicare usano l'elemento simbolico, e questo è un elemento fondamentale dell'arte di Clint, precursore non solo dell'espressionismo, ma da considerare anche un precursore del simbolismo.
Evdard Munch è senza dubbio uno dei due precursori che appartengono all'arte nordica dell'espressionismo. È norvegese, ed appartiene a un estrazione culturale e geografica molto diversa rispetto a quella che si era incontrata prima nella cultura francese. Questo suo essere appartato rispetto ai movimenti artistici dell'800 fa sì che la sua arte è caratterizzato da una notevole originalità.
La società in cui vive è una società borghese molto chiusa e poco incline alle innovazioni, pervasa fortemente dal calvinismo, e da una visione della religione piuttosto puritana, a volte anche legata a delle fobie, a delle paure che sono poi sostanzialmente legate alle paure di tutte le società chiuse.
Cresce all'interno di questa società molto chiusa, e con la sua pittura afferma da una parte la descrizione di un mondo che gli sembra essere cupo, pesante da sostenere; mentre dall'altra denuncia l'esistenza di una società fondamentalmente malata, tutta legata alle convenzioni esteriori, che non permette una piena espressività delle prerogative dell'individuo, ma indulge invece all'isolamento del singolo, alla incapacità di promuovere un dialogo autentico, a un incapacità di relazione virtuosa.
Gli esordi di Munch sono legati sostanzialmente a un modo di intendere la pittura molto legato al romanticismo del nord Europa. I temi sono o quelli della natura, o quelli delle atmosfere dolenti e a volte anche cupe, della sfera della vita familiare.
Una delle prime opere di Munch ad esempio è "la fanciulla malata". Con i toni dei colori abbastanza cupi, rappresentando una casa poco illuminata, il tutto in toni molto cupi rappresentando una madre al capezzale della figlia malata. Con la fanciulla che guarda la madre con un fare quasi di comprensione consolatoria.
James Ensor e l'arte intesa come anima critica
Nella cultura nordica si è creato uno spirito critico dell'individuo all'interno della società molto sviluppato, in tutti i campi oltre alla sola componente artistica, come nel cinema, nel teatro, etc.
La riflessione del ruolo dell'individuo all'interno della società diventa un elemento di riflessione quasi tragico, che appartiene a tutto il nord Europa e in particolare quella scandinava.
Ensor non appartiene direttamente alla natura scandinava, essendo nato in Belgio, è stato negli ultimi anni fortemente rivalutato e considerato come uno dei personaggi fondamentali nell'espressionismo soprattutto tedesco.
Da un punto di vista unicamente pittorico è un artista che inizialmente si mostra interessato all'impressionismo, il quale diventa più che altro un punto di riferimento per l'uso del colore.
Ensor si concentra sulla riduzione del numero di colori, nati dalla combinazione dei 6 colori principali.
Dal punto di vista figurativo, la sua arte, che è profondamente influenzata dal teatro, è caratterizzata dalla trasfigurazione del volto. Diventa un allegoria magica dell'entità dell'individuo e dello stato della consistenza della società. La maschera diventa il soggetto fondamentale di Ensor. Vuole cogliere il carattere distintivo del suo tempo, ovvero una società che tende a celare se stessa, che tende a citare la parte della parodia, del grottesco, di un mondo che ostenta valori in cui non crede. Un mondo che è lontano, distratto, dai valori essenziali, e che però gioca in maniera tragica a crearsi una rispettabilità che suona di "falso".
Così le maschere di Ensor subiscono nel corso del tempo un evoluzione, e da maschere buffe, grottesche, di stampo carnevalesco, diventano progressivamente delle immagini orride, delle maschere che trasferiscono inquietudine, che non infondono nessuna gioia, assomigliano quasi a degli scheletri.
Tutta l'opera di Ensor è incentrata in maniera quasi ossessiva sul tema della maschera. La maschera però non è mai singola, è sempre inserita all'interno di una molteplicità, a volta addirittura una moltitudine di personaggi. Sono le maschere nella loro complessità, nella capacità di cambiar pelle, a disegnare una moltitudine che è inafferrabile nella sua vera essenza, propone un modo di essere, di stare al mondo, talmente vuoto da risultare difficile da definire.
"L'entrata di Cristo a Bruxelles" rappresenta una delle opere fondamentali di Ensor. Al centro della scena vi è una moltitudine, le maschere, i volti, fagocitano l'ambiente, mentre al contrario le vesti non sono ben definite. Rappresenta una festa, apparentemente festosa; e degli elementi simbolici, che tradiscono le riflessioni dell'artista. Il Cristo è quasi indistinguibile, si trova al centro, quasi in fondo, sembra salutare qualcuno. È più simile a una statua che viene portata sulle spalle all'interno di una grande festa di piazza, sembra quasi una sfilata di carri di una festa.
Ensor infatti pone l'accento sulla qualità di un mondo che è talmente distratto che probabilmente oggi, se nel vociare festante e superficiale della massa pure arrivasse una figura, nel bene o nel male, significativa come Cristo, se potesse arrivare a Bruxelles in un contesto quasi assurdo per Cristo, è tanto lo stato di corrosione di quella comunità che l'immagine del Cristo sarebbe tratta alla stregua di un carro carnevalesco.
L'immagine di Cristo diventa anche metafora dell'artista. L'arte perde progressivamente capacità di essere riconosciuta dalla gente, perde un ruolo centrale che aveva avuto nel mondo classico o nel mondo rinascimentale. L'arte moderna progressivamente parla di una condizione di emarginazione della società moderna. L'arte del '900 è quasi sempre lo spirito critico, la capacità dell'artista di saper cogliere ciò che per molti solo evidenziare diventa scomodo. Spesso assumersi questo ruolo, però, significa auto-confinarsi alla dimensione di chi raramente è ascoltato, che raramente riesce a polarizzare l'attenzione su di se.
Ensor apre un elemento di riflessione che fa della componente ironica, critica, il suo carattere essenziale e distintivo.
C'è una altro aspetto nell'arte di Ensor che vale la pena sottolineare, il ricorrere continuo alla trasfigurazione del volto, al grottesco, alla maschera, disegnano quella che Rosenkranz, pensatore tedesco, ha definito "estetica del brutto", che ci riporta al significato più originario dell'arte, che disegna Cicerone, che parla degli scultori greci, e quando ne parla non dice mai "tale scultore è bravo perché fa delle sculture belle". Parla dei due grandi scultori classici, Mirone e Policleto, dicendo che Policleto è migliore del secondo, non perché fa sculture più belle, ma perché Policleto si avvicina di più alla verità.
Ensor attraverso la trasfigurazione della maschera, attraverso il grottesco, cerca di trovare la verità del suo mondo. Ed in questo senso la sua grande arte insegue l'estetica del brutto e non quella del bello così come noi siamo abituati superficialmente ad intendere.
Edvard Munch e il tema dell'inquitudine
La figura di Edvard Munch rappresenta le inquietudini nella società europea in modo diverso dal resto degli artisti. Le inquietudini della società più evoluta del tempo, che era la società europea, le inquietudini legate a un vorticoso cambiamento degli strumenti di produzione, a un rapido cambiamento della struttura sociale e degli equilibri tra le parti della struttura sociale. Lo smarrimento legato ai cambiamenti così rapidi e veloci da non essere metabolizzati sul piano politico. Tutte queste cose producono una condizione generalizzata di precarietà. Precarietà di obiettivi, di valori. È un mondo che si mette in discussione, che perde i riferimenti costruiti nei secoli, e che porta inevitabilmente allo smarrimento, che viene talvolta definito estraniamento.
Munch è un artista che riesce molto bene a rappresentare le inquietudini di quest'epoca. A parte la famosa opera, "L'urlo", tutte le opere riescono a rappresentare tale inquietudine. A differenza degli impressionisti tedeschi, che si trovano al centro del luogo dove matura il senso di inquietudine (ad esempio nel momento più topico, ovvero quello della repubblica di Weimar), Munch non si trova in questo contesto, ma in uno più appartato, che è quello della Norvegia. Questo fatto aiuta Munch a portare avanti un indagine introspettiva sull'uomo moderno scevra dai condizionamenti storici e politici che condizionano i destini del mondo e che portano rapidamente l'Europa a passare dalla prima guerra mondiale, alla seconda. Sono eventi di grande importanza che interferiscono pesantemente con l'arte.
Tutta l'arte di Munch ha un carattere doloroso. Questo è frutto, senza dubbio, della cultura nordica; nonché della biografia di Munch, un uomo che ha vissuto profondi dolori familiari, che ha sulle spalle una storia coniugale difficile, che fallisce, e che fa fatica ad affermarsi come artista, e ad un certo punto della sua produzione viene invogliato dagli amici a fare una grande mostra a Berlino, dopo che era già stato a Parigi, e aveva modificato profondamente il senso della sua opera entrando a contatto con gli impressionisti.
La mostra berlinese fu un grande flop, con la critica che lo stroncherà. Allo stesso tempo, però, gli impressionisti tedeschi lo individuano come un punto di riferimento imprescindibile.
Il nazismo, però, perseguiterà Munch.
"La fanciulla malata" è un opera legata agli esordi di Munch, caratterizzati da una pittura che ancora non è entrata in contatto con il mondo della figuratività moderna, che è una pittura per certi aspetti crepuscolare, dai toni cupi, scene dolenti, di una moralità sofferente, e che si svolgono in interni. Il primo Munch quindi dipinge scene di quotidianità familiare dolorose.
Tale tono cupo ricorda il primo Van Gogh, il Van Gogh che si concentra sulla rappresentazione degli umili, dei diseredati, che rappresenta una natura dolente con il monocromatismo. E lui è vicino con questa modalità espressiva. Lo stesso primo Van Gogh è un artista che ancora non è entrato in contatto con gli impressionisti.
Dopo l'incontro con gli impressionisti, la sua arte subisce dei cambiamenti molto significativi. Il primo cambiamento è il fatto che Munch esce dalla dimensione privata, dalla dimensione domestica, ed entra nella dimensione sociale. Non sociale dal punto di vista di Ensor, cioè della critica sociale, ma per sociale si intende il piano della relazione interpersonale. Da questo punto di vista, quindi, la raffigurazione dei soggetti umani si relaziona inevitabilmente al contesto, all'ambiente in cui questi soggetti vivono, prima l'ambiente urbano, e poi la natura. Il tema è quello della difficoltà a comunicare. Da qui nasce e si evidenzia una nuova caratteristica dell'arte di Munch, che è quella della trasfigurazione del volto umano.
Munch, a differenza di Ensor non sovrappone maschera a volto, per creare una sorta di doppia personalità; ma invece trasfigura lo stesso volto. Ha una sola personalità, che però, nel mondo contemporaneo tale personalità è devastata. Diventa l'espressione di una maschera di dolore. Munch rappresenta i volti come quasi delle immagini spettrali. Si hanno occhi stralunati, allucinati.
L'opera di Munch è inevitabilmente influenza dal pensiero di Freud, è inevitabilmente influenzata dall'esistenzialismo nordico, da Kierkegaard. La dissociazione dell'Io è il senso reale del discorso artistico di Munch.
"La sera sulla via Carl" è il primo quadro che rappresenta la dissociazione dell'individuo dagli altri. La passeggiata su questa strada importante di Oslo, diventa, invece, quasi una processione spettrale, gli individui hanno uno sguardo stralunato che guarda nel vuoto. Ognuno guarda davanti a sé, nessuno si relaziona agli altri attraverso lo sguardo. La prospettiva risulta essere volutamente precaria. È disegnata la staccionata lungo la strada, che riconduce fuori dal quadro.
L'elemento autobiografico, che è sempre presente nella pittura di Munch, viene dettagliato in un particolare, il flusso di persone che prosegue frontalmente come se procedesse verso l'osservatore, trova come contraltare sulla destra una persona di spalle che va controcorrente rispetto alla marcia della folla. Questa persona che segue un percorso opposto, che si dissocia dagli altri, è lo stesso Munch che rappresenta se stesso in questa sorta di separazione dagli altri.
Questa dissociazione che già si trova in questo quadro, trova poi una deflagrazione nell'Urlo. È un quadro estremamente autobiografico. Sottolinea questo impeto ad urlare, a liberarsi, a voler affermare il proprio essere autentico, il bisogno a volersi esprimere. L'urlo di Munch è un urlo tutto mentale, che resta strozzato al suo interno, è un immagine di chi vorrebbe urlare, e rappresenta l'interiorità inespressa attraverso l'espressività dell'opera d'arte. Qui nasce l'espressionismo. È il percorso che dalla nostra intimità deflagra nell'ansia di comunicare. È il percorso opposto dell'impressionismo, che cerca di cogliere per poi personalizzare.
La pittura di Munch qui diventa dirompente nell'accezione non solo grafica ma cromatica, l'uso dei colori primari, rosso, giallo, blu. La prospettiva è deformata, la staccionata è posta al centro del quadro. E tutto è rappresentato con lo stesso segno grafico, non è più differenza tra natura e individuo. Il volto stralunato di Munch che urla, il corpo di Munch rappresentato con delle linee sinuose. La natura è rappresentata in modo imponente, con il cielo che rappresenta metaforicamente una tempesta infuocata degli stati d'animo, il grande fiordo azzurro a destra.
Munch rappresenta anche un inquietudine più sottile, e più intima, attraverso una serie di tele che sono destinate a creare scandalo nella società norvegese, calvinista e puritana dell'epoca. Munch nell'ultima fase della sua opera rivela verità scabrose.
"Pubertà", il passaggio dalla condizione infantile a quella della donna, la maturità sessuale, che però è vissuta negativamente come presagio di sventura. Dietro la fanciulla rappresentata nel quadro, quasi un presagio di fosco futuro, con la gigantesca ombra proiettata sulla parete dietro di sé.
"Il bacio", con la fusione di due ombre che si abbraccia, dove non si riconosce quasi più chi è l'uomo e chi la donna. Una scabrosa verità, raccontata anche da Freud, con la doppia identità sessuale che è in ognuno di noi. Ogni uomo ha una componente femminile, ogni donna una componente maschile.
"La madonna" è una delle opere più scandalose di Munch, raffigurata con una mal celata carica di sensualità.
Non è in queste opere che si manifesta il gusto della provocazione, ma al contrario vogliono vedere la realtà in profondità, scevra dal giudizio morale, convenzionale, a costo di rischiare e rappresentare anche cose forzate. È un modo di vedere, di cercare di guardare in maniera estremamente onesta, e su un piano puramente laico, al di là delle apparenze, perfino in maniera forzata. Munch rappresenta così il carattere peculiare dell'uomo del 900, l'uomo che si interroga, che ha all'interno di sé una problematicità. È ciò che rappresenta l'espressionismo, che è il filo conduttore del '900.