Freud
Al tempo di Freud, la medicina ufficiale si muoveva in un senso positivistico-materialista, e secondo i medici del tempo anche le malattie mentali e le malattie psichiche (nevrosi, psicosi), dovevano avere necessariamente una radice organica, e quindi derivate da lesioni organiche che andavano guarite. Sarà Freud a dire che queste malattie "interagiscono" con il corpo, ma non dipendono ma lesioni organiche, ma dalla psiche stessa.
Nei primi anni dell'attività di Freud, collaborò con Charcot e Breuer, due medici che applicavano l'ipnosi per tentare di guarire l'isteria. Breuer creerà a partire dal metodo ipnotico di Charcot il cosiddetto "metodo catartico". Freud, riprendendo l'idea di Breuer, darà vita alla psicanalisi.
Un primo famoso caso di Breuer è quello di Anna O. (la quale era fortemente isterica, e soffriva di idrofobia in quanto scoprì con l'ipnosi che aveva visto il cane bere da un suo bicchiere provando disgusto e tale episodio la segnò per il resto della sua vita), ma smetterà poi la sua cura poiché quest'ultima si innamorerà di Breuer stesso. Questo per il momento del "transfert" o "trasferimento", come sarà chiamato da Freud, ovvero il momento in cui la paziente si innamora (o, meglio, è coinvolta emotivamente) del medico, e che necessità di un forte contro-transfert da parte del medico.
Breuer spaventatosi per questo transfert, smetterà la cura di Anna O., la quale passerà a Freud e sarà curata da lui, il quale capisce che il transfert non è un metodo accidentale, ma è un metodo strutturale e fondamentale, senza il quale non ci può essere la cura.
Riguardo il transfert, c'è da dire che questo può essere un trasferimento di stati d'animo da parte del paziente sul medico (le quali sono state provate dal paziente nell'infanzia verso le figure genitoriali), e possono essere sia di amore (come nel caso di Anna O.), che di odio.
L'inconscio e la scomposizione analitica della personalità
Il metodo catartico consisteva nel provocare al paziente una scarica emotiva che liberava il malato dai suoi disturbi. Freud ponendosi il problema delle cause dell'isteria scoprì che la causa delle psiconevrosi era dovuta a un conflitto di forze psichiche inconsce, i cui sintomi non sono derivanti da disturbi organici, bensì da problemi derivanti dalla psiche stessa. L'atto di nascita della psicanalisi è la scoperta dell'inconscio.
Prima di Freud, invece, si pensava che la psiche si identificasse unicamente con la coscienza.
Questa è la terza e ultima "rivoluzione copernicana": la prima con Copernico, la seconda con Kant, ed infine la terza con Freud.
Freud afferma al contrario che la maggiorparte della vita mentale (bisogna dividere tra vita cosciente e vita mentale) si svolge fuori dalla coscienza e che l'inconscio è la realtà abissale primaria di cui il conscio è solo la manifestazione visibile. L'inconscio è il punto di vista privilegiato per osservare l'uomo.
Lo divide in due zone: ricordi che sono momentaneamente inconsci, ma che possono diventare consci; e poi vi sono gli elementi psichici stabilmente inconsci che sono mantenuti inconsci da una forza chiamata "rimozione", e che può essere superata solo tramite tecniche apposite.
Freud pensò di usare l'ipnosi per accedere all'inconscio, ma comprese che ciò non bastava. Elaborò quindi il metodo delle associazioni libere, il quale non forzava il malato a ricordare, ma lo rilassava in modo che si abbandonasse ai propri pensieri, e all'interno delle varie parole pronunciate da esso il medico doveva capire quali erano quelle parole collegate alla parte inconscia rimossa.
Il metodo però presenta notevoli difficoltà, e soltanto con la collaborazione paziente-medico si può arrivare ad un risultato. Uno degli elementi che aiutano è quello già detto del transfert.
Si può parlare di inconscio in generale, oppure di rimosso o di preconscio. Il preconscio è sempre inconscio, ma è la parte più superficiale, più vicina alla coscienza. Freud dice che nella zona del preconscio vi sono dei ricordi, dei contenuti psichici, che al momento sono dimenticati, ma che in virtù di uno sforzo particolarmente impegnativo possono diventare consci.
Nel rimosso invece vi sono dei contenuti pulsionali (e non più ricordi), ed è soltanto energia libidica, pulsione, alla ricerca del piacere. E tali pulsioni non potranno mai diventare pensieri consci. Per liberarsi da questi elementi inconsci c'è bisogno, appunto, della psicanalisi.
"Istinto" e "pulsione" nell'uomo
Freud individua la differenza che esiste tra istinto e pulsione. Ogni essere umano ha inconsciamente due pulsioni per portar avanti la specie, la prima che riguarda la pulsione sessuale, la seconda è la pulsione violenta per difendere la prole.
Si tratta di pulsioni e non istinti poiché l'uomo non ha delle risposte rigide agli stimoli, come è invece negli animali: se ad una mucca gli si mette davanti una bistecca non ha stimoli, se invece una balla di fieno la mangia. Questa è una risposta rigida. Nell'uomo tali risposte rigide non esistono, e non si parla di istinti ma di pulsioni.
I luoghi della psiche
La psiche è un qualcosa che non è una sostanza, non nasce dal nulla, ma viene costruita con il tempo.
Freud afferma che la psiche è un unità complessa all'interno della quale vi sono vari luoghi della psiche (topoi): la prima topica psicologica viene elaborata da Freud nell'interpretazione dei sogni, e la distingue in tre sistemi: conscio, preconscio e inconscio.
La seconda topica distingue tre istanze: l'Es, l'Io e il Super-Io.
L'Es è il polo pulsionale della personalità, ovvero una forza impersonale e caotica che è la matrice originaria della nostra psiche. Questo non conosce il bene o il male, il giusto o la moralità, ma obbedisce solo al principio del piacere.
Il Super-Io è comunemente identificato come la coscienza morale, ed è l'insieme delle proibizioni che sono state date all'uomo nei primi anni di vita, e che lo accompagneranno per sempre.
L'Io è la parte organizzata della personalità che deve fare i conti con i tre "padroni": L'Es, il Super-Io e il mondo esterno. L'Io è quello che equilibra i rapporti tra Es e Super-Io, in modo da creare un armonia tra essi.
Se invece il Super-Io è troppo debole si ha prevaricazione dei piaceri, e dato che l'Es non conosce né il bene né il bene si avranno delle conseguenze negative sull'individuo, che può diventare ad esempio un delinquente o un pervertito.
Se al contrario il Super-Io è troppo rigido, le istanze dell'Es diventano inconsce e quindi si avranno sintomi nevrotici.
Solo l'Io è in contatto con il mondo esterno, le altre due no. Il Super-Io è inconscio, il cosiddetto "inconscio sociale", ed anche l'Es, è inconscio e non in contatto con l'esterno.
Con l'inconscio sociale, si intende soprattutto la morale autonoma. Ad esempio, un bambino a cui la madre dice di non mangiare la marmellata, non la mangerà per istinto egoistico di autoconservazione, ovvero, obbedisce per la paura che la madre possa smettere la sua opera di sostentamento verso il figlio.
Se però il bambino andrà a mangiare la marmellata quando la madre non c'è, si tratta di una morale eteronoma, ovvero a cui si obbedisce solo quando non c'è il sorvegliante.
Quando invece interiorizza la regola, e quindi indipendentemente dalla presenza o meno della madre non mangerà la marmellata, diventa morale autonoma, che questa volta andrà contro il desiderio pulsionale della voglia di mangiare la marmellata.
Nelle nevrosi c'è il conflitto tra il Super-Io e l'Es, quindi tra il mondo dei divieti e il mondo pulsionale, ed è l'Io che vive questo conflitto.
Nelle psicosi scompare l'Io a vantaggio o dell'Es, o del Super-Io.
I sogni, atti mancati e sintomi nevrotici
Freud ritiene che i sogni sono l'appagamento nascosto di un desiderio rimosso. All'interno dei sogni egli distingue un contenuto manifesto, ovvero la scena che vive il soggetto all'interno del sogno, e il contenuto latente, ovvero l'insieme delle tendenze che danno luogo alla scena onirica.
Perché se i sogni richiamano i desideri non lo fanno in forma diretta? Freud dice che si tratta di desideri inaccettabili dal soggetto, che vengono "censurati" spontaneamente.
Il contenuto manifesto non è altro che la forma elaborata e travestita del contenuto latente.
Nel sogno vi sono i meccanismi della concentrazione e quello dello spostamento. Quest'ultimo è quando si sogna una cosa, ed in realtà ciò che si vuole è l'esatto contrario (ad esempio si sogna di essere uccisi, quando invece consciamente vi è un istinto omicida). Per la concentrazione, in un solo personaggio nel sogno si concentrano molte più persone.
Nella "psicopatologia della vita quotidiana" Freud esamina tutti quei comportamenti della vita di tutti i giorni che si è soliti attribuire al caso. Per Freud, però, nulla avviene per caso, ogni evento è prodotto da una ben determinata causa. Scopre in questi atteggiamenti un'altra manifestazione camuffata dell'inconscio. Cioè un compromesso tra l'intenzione cosciente del soggetto e alcuni pensieri inconsci.
Questo schema è applicabile ai casi di lapsus linguae, ad esempio quando si afferma una parola per un'altra o si sbaglia a pronunciare una parola.
Per quanto riguarda i sintomi nevrotici Freud sostiene che il sintomo è il punto di incontro fra una o più tendenze rimosse.
La teoria della sessualità e il complesso edipico
Freud sostiene che la sessualità dovrebbe mancare nell'infanzia e apparire soltanto in seguito, con la pubertà, e la sua meta dovrebbe essere l'unione sessuale, ma restano comunque inspiegate così la sessualità infantile, le sublimazioni e le perversioni (ossia un attività sessuale che ha rinunciato al fine produttivo per assecondare il solo piacere).
Freud identifica con la libido l'energia di natura sessuale capace di dirigersi verso le mete più diverse.
Elaborò un originale dottrina sulla sessualità infantile.
Egli definì il bambino come un essere perverso e polimorfo. Perverso perché persegue il piacere indipendentemente dagli scopi riproduttivi, polimorfo perché lo fa mediante svariati organi corporei.
Identifica tre fasi nella sessualità infantile: orale, anale e genitale.
La fase orale i primi mesi di vita, che ha come centro del piacere la bocca, che è connessa alla principale attività del bambino: il poppare. Ha a che fare con la categoria dell'avere.
La fase anale, che va fino ai tre anni di vita, che ha zona di piacere l'ano, ed è collegata alle funzioni corporali, che per il bambino sono di particolare interesse e piacere. Questa ha a che fare con la categoria del potere, in quanto si può decidere se trattenere o meno le proprie funzioni.
Infine vi è la fase genitale, che inizia dal terzo anno, ed ha come centro di piacere la zona genitale. Questa si divide in due sottofasi: quella fallica, e quella genitale in senso stretto. Nella fase fallica vi è la scoperta del pene, che costituisce un elemento di attrazione sia per il bambino che per la bambina, i quali soffrono di un complesso di castrazione: il bambino che vive la minaccia di una possibile castrazione, e la bambina perché si sente evirata in partenza, e prova l'invidia del pene. Il pene poi è visto come l'organo di eccitazione sessuale e l'equivalente femminile è la clitoride.
La fase genitale in senso stretto è caratterizzata dall'organizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato della zona genitale.
Connesso alla sessualità infantile vi è il complesso di Edipo, ovvero l'attaccamento libidico verso i genitori di sesso opposto, con un atteggiamento di amore ed odio verso il genitore di egual sesso.
Il figlio maschio ad esempio cercherà in tutti i modi di imitare il padre per poter così diventare di interesse verso la madre. In questo imitare il figlio formerà la sua identità di maschio, inoltre imparando la relazione con l'altro sesso amando il primo rappresentante dell'altro sesso che è la madre.
La figlia femmina, invece, vive il complesso di Edipo in modo differente. Infatti è indecisa nella scelta tra il prendere il posto della madre o meno, e ciò istituisce nella donna una sorta di polivalenza di capacità cognitive nel mondo meno definite di quelle maschili e in qualche modo più ricche, in quanto il corpo femminile è già pronto per due, non per "uno" come il maschile. Il corpo femminile è fondamentale per la continuazione della specie.
La religione e la civiltà
Per Freud, le rappresentazioni religiose sono illusioni, appagamenti dei desideri più antichi e più forti. L'amato e temuto Dio non è altro che la proiezione psichica dei rapporti ambivalenti con il padre terreno.
La civiltà dà origine a un Super-Io collettivo incarnato da una serie di norme e divieti, e implica un costo in termini libidici perché è costretta a derivare la ricerca del piacere in prestazioni sociali e lavorative. Inoltre Freud afferma che la sofferenza è componente strutturale della vita che ci costringe a patire nel corpo e nella psiche a decadere e a morire.
Freud è favorevole a uno stato che cerchi di ridurre gli spazi di repressione e di sofferenza, in modo che l'inevitabile prezzo da pagare allo stato civile risulti meno oneroso.