Il fantasma autostoppista
Il fantasma autostoppista
Credo sia capitato a tutti di sentir parlare di questo particolare tipo di fantasma, che più di qualche volta ha fatto delle comparse in giro per il mondo (celebre il caso di Montpellier in Francia nel 1981). Di solito questa entità si manifestava sui cigli delle strade come un semplice autostoppista, una volta trovato un passaggio spesso dava indicazioni all’automobilista sui pericoli della strada percorsa, e poi di colpo svaniva nel nulla. Nel Salento, anni fa, è capitato un caso simile ma, a parer mio, assolutamente clamoroso, per una serie di ragioni. Eccovelo qui:
Una sera di fine estate un ragazzo (non sono riuscito, purtroppo, a risalire ai nomi dei protagonisti del fatto) si trovava in un disco pub locale, il Rio Bo. Verso la fine della serata, a notte fonda, inizia a piovere intensamente, il classico violento temporale estivo. Proprio mentre pioveva, questo ragazzo decide di tornare a casa. Sale in macchina e, mentre usciva dal parcheggio del locale, vede una ragazza davvero carina, ferma sotto la pioggia. Le si avvicina, abbassa il finestrino e le chiede:
– Qualcosa non va?
Lei risponde che è tutto ok, ma che ha un problema: la sua macchina non va, ed ha bisogno di un passaggio per tornare a casa.
– Di dove sei? – le chiede il ragazzo
– di Nardò (una cittadina salentina, nda) – risponde lei.
– Che coincidenza, anch’io! Allora ti do io un passaggio a casa.
– Grazie!
Si mettono in macchina diretti verso casa; chiacchierano, ridono e scherzano, la ragazza, oltre che carina, è anche simpatica. Chiacchierando chiacchierando, arrivano in prossimità della loro città.
– Dove abiti? Da che parte devo andare? – le chiede lui
– Prendi la vecchia strada, abito nelle vicinanze del cimitero.
Fuori continuava a piovere. Il ragazzo guidava tranquillo, aguzzando gli occhi nell’acquazzone per vedere meglio la strada, battuta da una pioggia incessante e violenta. Proprio mentre passavano di fronte al cimitero, lei lo guarda e dice:
– Fermati qui, sono arrivata.
Sulle prime il ragazzo pensò che quella ragazza abitasse in una delle villette sparse che ci sono nelle vicinanze del cimitero, com’era logico pensare.
– Dai, dimmi dov’è casa tua che ti ci lascio proprio sotto, almeno non ti bagni…
– No – replica lei – non preoccuparti, casa mia è proprio qui vicino.
– Niente da fare, non mi va di lasciarti andare sotto questa pioggia! – insiste il ragazzo
– Ti ho già detto di non preoccuparti – replica lei – tanto è qui.
Dopo un’altra breve insistenza, il ragazzo si arrende. Lei scende. Non appena chiude lo sportello, lui si accorge che c’è qualcosa sul sedile passeggero: una piccola agendina. Subito si precipita fuori dalla macchina per restituire l’oggetto alla ragazza che, come ho già detto, era appena scesa dall’auto. Ma era sparita. Il ragazzo guardò in tutte le direzioni, ma di lei nemmeno la traccia. Anche se si fosse messa a correre, avrebbe dovuto essere ancora in vista, e comunque non avrebbe avuto il tempo di allontanarsi un granché dall’auto, dato che il ragazzo era sceso appena dopo di lei. Invece niente, sembrava essere svanita nella pioggia. Un po’ stupito il ragazzo torna in macchina e guarda l’agendina che, probabilmente, era caduta alla ragazza senza che lei se ne rendesse conto. Sulla prima pagina erano segnati nome ed indirizzo, nelle apposite caselle che tutte le agende hanno alla prima pagina. Siccome era un ragazzo gentile ed aveva anche voglia di rivedere quella bella ragazza, pensò di compiere un gesto gentile e di andare a casa di lei per restituire l’agendina.
– Lo farò domani, ovviamente, visto che ora è molto tardi – pensò, e così se ne torna a casa.
La mattina successiva si accinge a compiere quanto aveva stabilito. Si mette in macchina e con sorpresa nota che, secondo l’indirizzo riportato sull’agendina, la casa della ragazza era situata ben lontano dal cimitero. Allora pensò che probabilmente si era fatta lasciare lì per qualche altro motivo; magari lì vicino abitava qualche suo parente, o qualche amica…
Giunto a casa della ragazza, dopo aver controllato che l’indirizzo fosse proprio quello giusto, suona il campanello. Ad aprire la porta è un’anziana signora, sicuramente la madre della ragazza.
– Buongiorno, signora – si presenta il ragazzo – ieri sera ho dato un passaggio a, credo, vostra figlia. L’ho incontrata al Rio Bo, mi ha detto che la sua macchina era rotta; mi dispiaceva lasciarla sotto la pioggia e così l’ho accompagnata in città.
– È sicuro di non aver sbagliato indirizzo, giovanotto? – chiede la donna
– Assolutamente sì, signora, questo è l’indirizzo segnato sull’agendina che sua figlia ha dimenticato nella mia macchina.
Così dicendo mostra l’agendina alla donna, che impallidisce spaventosamente. Prende l’agendina in mano e, con le lacrime agli occhi, dice al giovane di entrare.
– Qualcosa non va, signora? – chiede il ragazzo, un po’ spaesato.
La donna, piangendo, gli mostra una fotografia della figlia.
– E’ lei? – riesce a chiedere, tra i singhiozzi.
– Sì. È lei, certo.
– Oddio, Dio mio… Gesù mio… – inizia a pregare la signora, piangendo a dirotto.
– Cosa c’è, signora?
Tra le lacrime, la donna riesce a balbettare una frase:
– La ragazza nella foto è veramente mia figlia… ma tu non puoi averla accompagnata a casa, non è possibile…
– Per la verità non l’ho accompagnata qui, signora, ma vicino al cimitero. Mi ha chiesto di lasciarla lì.
– Ho capito – dice la donna, piangendo – E sai perché? Perché mia figlia è morta, dieci anni fa!
– Non è possibile, signora. L’ho vista ieri, e l’agendina che mi ha lasciato è qui, davanti a lei.
– No, figliolo. Questa agendina è uno degli oggetti che abbiamo sepolto assieme a lei (non so nel resto d’Italia, ma nel Salento si usa seppellire, assieme ai morti, alcuni degli oggetti a loro più cari, nda).
Lo shock del ragazzo fu terribile. Da quel giorno iniziò ad avere seri problemi mentali, diventò quasi pazzo; l’immagine di lei lo ossessionava.
Ecco quindi un caso di fantasma autostoppista. Solo che, a differenza che negli altri casi finora noti, la ragazza non è sparita di colpo, ma ha chiesto di essere lasciata vicino al cimitero, a “casa” sua, quindi. E lì è scesa ed è sparita dalla vista. Ma è davvero possibile che la ragazza, o la sua anima, sia veramente uscita dalla tomba, assieme a un oggetto (l’agendina) che era stato sepolto insieme a lei? Si potrebbe pensare a un caso di allucinazione o ad una coincidenza se, dopo quest’episodio, non fosse accaduto un altro fatto straordinario. Non conosco gli usi funerari nel resto d’Italia, ma nel Salento si usa riesumare i cadaveri dopo dieci anni dalla loro morte. Il corpo, che dopo dieci anni si è completamente decomposto, non esiste più, ma restano le ossa, che vengono trasferite in un nuovo loculo. Dopo il fatto che vi ho raccontato, si è proceduto all’esumazione del corpo della ragazza. Era presente anche il ragazzo protagonista dell’episodio. Ebbene il corpo, dopo 10 anni, non era decomposto, ma perfettamente intatto, così come l’avevano seppellito. Inoltre il ragazzo riconobbe i vestiti che la ragazza aveva indosso quella sera del passaggio. Gli stessi vestiti con cui era stata sepolta. E, naturalmente, tra gli oggetti che erano stati deposti nella bara della ragazza, mancava l’agendina. Che la madre ha poi rimesso al suo posto.
Questo è un caso assolutamente clamoroso secondo me, soprattutto per la presenza di quell’agendina, una prova tangibile dell’avvenuto fenomeno straordinario. Ma anche il fatto che il corpo, dopo 10 anni dalla morte, sia rimasto completamente intatto è altrettanto incredibile. Che cosa può essere successo? Forse l’anima della ragazza aveva voglia di parlare con qualcuno, qualcuno della sua età, un giovane come lei. Ma perché il corpo era intatto? Non poteva essere intatto. Che la ragazza sia uscita dal suo sepolcro assieme al corpo? E l’agendina? La ragazza l’ha dimenticata in macchina volontariamente o davvero le è caduta? Domande destinate a restare senza risposta.
Un fatto, questo, assolutamente straordinario e commovente, che ci fa capire, una volta di più, la presenza di mondi invisibili attorno a noi. E che ci da la consapevolezza, assieme a tanti altri casi, che chi se ne va da questo mondo non scompare nel nulla, ma resta vicino a noi.
Per buona pace degli scettici e di chi non crede in nulla.