Pomponazzi
La sua opera fondamentale è "Sull’immortalità dell’anima", e la tesi fondante è che l’anima non può esistere senza corpo. Quest’anima è l’anima sensitivo-intellettiva. Non è l’anima "divina" o angelica.
Non è una filosofia dualistica, dato che per Pomponazzi vi è il sinolo, un unione inscindibile tra anima e corpo. Vi è quindi il dubbio sull’immortalità dell’anima. L’etica di Pomponazzi si fonda sull’autonomia, e non sull’etica eteuronoma.
Eteuronoma = condizionata da elementi esterni, il dovere etico è condizionato da un ipotesi esterna, esempio: se vuoi essere promosso, devi studiare.
Invece l’etica autonoma si fonda su doveri assoluti, un etica autodiretta e la virtù diventa la stessa norma.
Per Pomponazzi la virtù è un premio e castigo a se stesso. Data la concezione della mortalità dell’anima, dice che comunque non significa annullare la vita morale dell’uomo, la quale non deve più essere fondata su "premi" ultraterreni. Al contrario, per Pomponazzi la virtù è premio a se stessa, e il vizio è castigo a se stesso.
Vi è poi la dottrina della doppia verità: una verità teologica non deve corrispondere a una filosofica, né viceversa.